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La recente (e persistente) pandemia ha attivato significativi cambiamenti a tutti i livelli, dalla nostra vita personale e lavorativa, all’organizzazione del lavoro, agli interventi della politica e dei governi. L’abitudine al problema ha portato alla sua accettazione, e a un cauto ottimismo su un superamento e una ripresa economica. I vasti adattamenti abilitati dall’uso estensivo delle tecnologie informatiche hanno però riguardato il “come”, non il “cosa” né il “perché”, e i modelli valoriali delle società occidentali non sono mutati. Poche sono le voci, pur presenti, che hanno affrontato il problema del futuro in termini di cambiamenti di paradigmi sia per le politiche economiche, sia per quelle della produzione sia per la sostenibilità sociale.
È tempo di una revisione profonda della nostra visione sul futuro e sul benessere.

Questi sono i temi che affronterà M. Maiocchi, Socio e Fondatore di OPDIPO (Opificio di Disegno Industriale Potenziale), durante il suo intervento in occasione di Industry Big Event 2021.

In un mondo in cui crescono acceleratamente la popolazione, la sperequazione, le modificazioni ambientali, il prossimo “cigno nero” coglierà pericolosamente impreparato un mondo che pensa alla “resilienza”.

I cambiamenti di paradigmi non devono emergere da catastrofi mondiali, devono invece essere pensati e organizzati attraverso una nuova cultura, una sorta di “nuovo umanesimo” che modifichi profondamente l’attuale collocazione dell’Uomo.
Non possiamo resistere; dobbiamo cambiare. Deve cambiare la scuola, deve cambiare il lavoro, devono cambiare i consumi, deve cambiare la politica. Facciamo come il contadino, che pianta l’albero sapendo che solo i suoi nipoti ne assaporeranno i frutti.

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